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Innovazione

Capri, il premier Conte all’inaugurazione del collegamento elettrico con la penisola sorrentina

Capri, Conte interviene all’inaugurazione del collegamento elettrico con la penisola sorrentina.

Rivolgo un saluto a tutte le autorità presenti, civili, militari e religiose, gentili ospiti.
Oggi è una giornata impegnativa, sono giorni impegnativi; questa mattina ero alla camera dei Deputati, questa sera sto per rientrare di corsa a Roma. Continueremo a lavorare per il documento di programmazione e di bilancio; dobbiamo chiuderlo questo fine settimana. Domani sono al Consiglio Europeo per 2 sessioni con gli altri leader europei, però in questo momento son qui, perché sono qui?
Non solo perché quando prendo un impegno cerco di mantenerlo sempre, ma sono qui anche perché qui oggi celebriamo la realizzazione, non una promessa, non un impegno, ma la realizzazione di una infrastruttura concreta, utile, che abbina anche un forte valore simbolico per il Paese, specialmente nella fase di rilancio che stiamo attraversando.

Il compimento di opere come questa, la connessione elettrica dell’isola di Capri, il triangolo con Sorrento e Torre Annunziata, è un segnale forte, chiario, vigoroso che lanciamo all’intera comunità nazionale.

Lo percepiranno, questo segnale, tangibilmente i cittadini della comunità di questa splendida isola, ma anche tutti gli italiani, anche quelli di Sorrento, perché come ci è stato anticipato, andremo anche a rinforzare la sicurezza energetica della Penisola Sorrentina. Ma, dicevo, è un messaggio a tutti gli italiani, che devono essere consapevoli che c’è una parte del Paese che non si ferma e che è in grado di portare a compimento importanti progetti, con una visione di lungo periodo. Dobbiamo tutti predisporci a correre in questa direzione.

Nel mentre ci felicitiamo per questo risultato, per questa concretezza che oggi viene manifestata, è importante anche una riflessione più generale sulla rilevanza delle reti infrastrutturali che ricoprono all’interno del nostro tessuto sociale e produttivo, che favoriscono la competitività delle imprese e l’inclusione di tutti i cittadini nella comunità nazionale. Noi abbiamo un paese bellissimo, viviamo in un paese bellissimo, che ha una conformazione strutturale e anche orografica particolarmente complessa, articolata. Rilievi montuosi, una forte presenza insulare, e qui siamo in una bellissima isola, sono tutti fattori che richiedono un costante ingegno, uno sforzo anche maggiore di quello ordinario nel realizzare preziosi collegamenti che avvicinano il Paese e lo rendono più moderno e più coeso.

Pensiamo al passato, ci sono state opere significative che sono consegnate al nostro bagaglio di memoria come momenti davvero ammirevoli, e rimarchevoli, l’Autostrada del Sole o la realizzazione dell’infrastruttura telefonica che hanno permesso di realizzare l’unità civile del Paese. Ora però dobbiamo puntare su altre infrastrutture. Dovranno essere quelle che ci consentiranno di rafforzare il senso di comunità nazionale e contribuiranno a ridurre il divario territoriale tra Nord e Sud, tra centri urbani ed aree interne.

E in particolare dobbiamo rafforzare i collegamenti ferroviari, realizzare quelli ad alta velocità, dobbiamo realizzare la connessione digitale per mezzo della banda ultralarga.
Siamo consapevoli che questi investimenti nelle reti infrastrutturali beneficieranno prevalentemete, anche quando avranno carattere nazionale, le zone periferiche del Paese, poiché ne riducono la distanza rispetto ai principali centri produttivi e culturali. Non dobbiamo quindi distrarci, dobbiamo loavorare per realizzare spine dorsali come queste, materiali e immateriali, che rappresentano la componente imprescindibile della competititvità del sistema paese, avvicinano le imprese ai mercati di sbocco, rendono possibile lo sviluppo di servizi innovativi.

Attenzione, qui, con questo progetto infrastrutturale si manifesta la leadership tecnologica del nostro paese e in particolare nel settore elettrico, che è ancora così moderno e ricco di potenzailità trasformative, che rimane ancora fortissimo, probabilmente alimentato dal nostro DNA. Luigi Galvani, Alessandro Volta, scienziati del 700 che in questo settore sono conosciuti, hanno ancora oggi una fama mondiale.
Da oggi quindi avremo le stazioni elettriche di Sorrento, Torre Annunziata, Capri, collegati per la prima volta da un elettrodotto in cavo a 150 chilovolt in corrente alternata. E qui il nostro Paese ha una competenza unica, non è un progetto isolato com’è dimostrato anche dal cavo elettrico sottomarino che unisce la Sardegna e il Lazio, che ha visto la posa di questo cavo elettrico sottomarino più profondo al mondo, pensate, i cui 435 km di lunghezza ne fanno il più lungo cavo sottomarino da 1.000 megawatt del pianeta. Dottor Donnarumma, se dico fesserie, Lei intervenga subito ma vedo che il suo assenso conferma che sto dando dei dati plausibili.

Ecco, quindi, grazie a Terna e ai partner che hanno lavorato a questo progetto, come ha detto il Dottor Donnarumma, Terna fa da regista, che riesce a coagulare in questi progetti i partner portatori di expertise, know how, delle tecnologie più sofisticate, misure all’avanguardia in Europa e nel mondo, Terna svolge un ruolo importante con 75.000 km di linee di alta tensione presenti nel nostro territorio e 26 interconnessioni con l’estero. E sicuramente, sono pienamente d’accordo, dobbiamo lavorare perché è un progetto strategico, dobbiamo fare dell’Italia, e con Terna, dobbiamo realizzare il principale… dobbiamo essere il principale preminente hub elettrico del Mediterraneo. Quindi dobbiamo assolutamente collegare l’Italia al Nord Africa, in particolare il progetto più concreto è quello con la Tunisia, sul fronte orientale con la Grecia, Montenegro sul fronte Nord.

Siamo nella posizione, sia perché siamo in una posizione geografica invidiabile, siamo nel cuore del Mediterraneo, sia perché abbiamo tutte le tecnologie e le competenze, dobbiamo sfruttare questo enorme potenziale, anche per la produzione e la generazione di energia rinnovabile, pensate il collegamento con l’Africa, col Nord Africa, che prospettive ci offre in questa direzione. E concretamente i cittadini di quest’isola avranno la possibilità di migliorare la loro condizione perché avranno energia in prospettiva più pulita. Oggi inauguriamo questa centrale ma dismettiamo la centrale a carbone, quindi potrà arrivare energia elettrica da fonti rinnovabili. Saranno ridotti al minimo i rischi di blackout che affliggono normalmente l’affollato periodo estivo. Si otterranno notevoli anche risparmi del consumo di energia a vantaggio delle attività produttive e di tutti gli abitanti. Insomma, investimenti del genere sono in grado di generare valore economico, occupazione, stimolo per ulteriori investimenti, attivando anche la crescita, l’incremento di produttività anche di piccole e medie imprese.

E, vedete, come anche è stato detto, questa elettrificazione tra Capri e la penisola consentirà anche una riduzione, lo sottolineiamo, di 130 mila tonnellate di Co2 all’anno nell’atmosfera. Quindi è una realizzazione che non solo ha tutelato l’ecosistema marino e il paesaggio qui isolano, attraverso l’utilizzo di impianti di materiali a basso impatto ambientale ma anche concretamente ci consente di perseguire quel progetto ambizioso che vogliamo in linea con il nostro PNIEC, cioè il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima 2030 e in linea con gli obiettivi della strategia climatica dell’Unione europea per il 2050.
Non vi sarà sfuggito che stiamo lavorando a un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Recovery Plan italiano, lo stiamo ripetendo più volte, ebbene c’è una missione specifica, c’è stata un’interlocuzione tra oggi, ieri e l’altro giorno con il Parlamento, il Parlamento ha lavorato rispetto alle linee guida che abbiamo anticipato, questa interlocuzione, direi, si è rivelata molto proficua, entrambi i rami del Parlamento hanno elaborato delle relazioni che ci incitano ad andare avanti in questa direzione.

Una delle questioni che abbiamo specificamente indicato in queste linee guida è prio la rivoluzione verde, la transizione ecologica. Quindi, lavoreremo per questi obiettivi che sono fondamentali per il nostro Paese, anche perché entro il 2030, il nostro Paese dovrà raggiungere, lo ricordo, la quota del 30% di consumi di energia elettrica derivante da fonti rinnovabili, insomma, è un obiettivo molto sfidante, nel 2018 eravamo al 17,8% arrivare al 30% è un impegno veramente, una sfida veramente difficile. Dobbiamo impegnarci a fondo, dobbiamo muovere verso un completo abbattimento delle emissioni entro il 2050, e questo richiederà uno sforzo collettivo enorme in particolare di tutto il settore elettrico: dalla produzione alla trasmissione, dalla distribuzione al consumo.
Il Governo c’è, il Governo si sta impegnando per favorire i piani di investimento e le iniziative tecnologiche più sofisticate e all’avangiardia delle imprese coinvolte in un settore così strategico per la competitività sostenibile del Paese.

Le opportunità di sviluppo e di investimento sono molteplici. Basti pensare a tutto il potenziale collegato a impianti eolici, fotovoltaici come alternativa alle tradizionali centrali termoelettriche, specialmente in alcune aree del Paese, quelle meridionali e insulari. Ulteriori, poi, aspettative le possiamo ricollegare allo sviluppo di impianti di produzione di energia da moto ondoso, qui è una frontiera bellisima, pensate, dal moto dell’onde derivare delle energie; ho già inaugurato qualche esperimento, lo sto seguendo con la massima attenzione, non vedo l’ora che questa tecnologia si sviluppi e sia a disposizione di tutti.
Ma come ci ricorda, però, l’Agenzia internazionale per l’energia, da qui al 2040, il 36% degli investimenti nel settore elettrico in Europa verranno realizzati nell’ambito delle reti.

Dobbiamo quindi assicurare il massimo supporto all’impegno che Terna riverserà nello sviluppo e nell’ammodernamento della rete elettrica, anche per mezzo di importanti investimenti per la digitalizzazione, funzionali ai processi di efficientamento e di razionalizzazione che comportano un risparmio per il sistema nazionale nel suo complesso.

Ecco perché sono qui oggi. Credo di avere riassunto, spero con una certa sintesi, le ragioni per cui è importante sottolineare la rilevanza strategica di questa infrastruttura, di questo progetto.
Poi non ci sfugge che nella sezione del cavo, che è lì su quel tavolino, non solo si vedono i 3 cavi che lo compongono, ma ci sono anche due piccoli cavetti, sono le fibre ottiche. Quindi si lavora, ma si lavora con lo sguardo al futuro.

E veniamo al ruolo dello Stato italiano, e concludo.

Spesso si discute dello Stato e il ruolo dello Stato italiano nell’economia, si discute in termini teorici. Ci sono tante tradizioni di pensiero. C’è la tradizione più antica quella del liberismo economico classico, il laisser faire, lo Stato è lo spettatore passivo. Il Dio mercato, come dire, compone le regole e tutti gli operatori si predispongono, diciamo così, per questa competizione diciamo naturale.

C’è il modello opposto, che si è realizzato e non ha dato molto successo in alcuni Paesi, quello della collettivizzazione dei mezzi di produzione.

Poi c’è un modello che è stato realizzato storicamente anche in Italia, in tempi un po’ bui a dire il vero, quello del dirigismo economico.

Poi c’è un modello più moderno, più recente, quello dello Stato regolatore, dello Stato che non è mero soggetto passivo, assiste sì ma con un ruolo attivo di definitore di regole e presiede al corretto svolgimento del mercato e alla tutela dei consumatori.

Ecco dobbiamo essere consapevoli che al di là delle discussioni toriche, degli indirizzi teorici, in un momento di crisi, lo Stato deve essere anche pronto, non rinunciando ovviamente a quello che può essere un indirizzo politico di massima, lo Stato regolatore deve essere anche pronto a preservare e proteggere asset strategici del Paese.

E in più in periodi di crisi, di accentuata emergenza, credo doveroso addirittura che lo Stato assuma una postura più ardita, un ruolo di promozione, di investimenti che siano in linea con un progetto politico ben specifico che accompagni in questo caso il green deal, la transizione energetica, attraverso accorte politiche di incentivi incentivanti e attraverso accorte politiche che favoriscano il partenariato in forma rinnovata tra pubblico e privato.

Quindi non abbiamo noi nessuna velleità di dettare noi l’agenda degli operatori economici, di intralciare lo sviluppo libero del mercato, però interventi ben mirati e soprattutto volti a favorire la virtuosa collaborazione tra le imprese operanti in questi settori, per la realizzazione di progetti innovativi, il coordinamento degli investimenti ed il trasferimento di conoscenze tecniche credo che sia un imperativo soprattutto in questa congiuntura. Concludo.

Il nesso tra energia pulita e sviluppo sostenibile è più forte che mai. Anche perché favorisce e questo caso lo dimostra, lo sviluppo del tessuto industriale, il progresso tecnologico delle imprese, la sostenibilità ambientale e l’inclusione sociale e territoriale.
E qui vedete con infrastrutture del genere noi realizziamo l’interesse nazionale ma anche l’interesse delle comunità locali. Quindi è un esempio questo che ci deve incoraggiare perché questa è la giusta direzione. Ci mostra lo spaccato di un Paese che avanza e che si modernizza, che supera anche le difficoltà strutturali con le competenze ed i saperi accumulati.
Una piccola parentesi che apro, poi c’è sempre la bellezza e la ricchezza del patrimonio italiano. Mentre si realizza un’infrastruttura del genere, si scava si trovano reperti archeologici, a Sorrento 48 tombe, qui un’altra struttura, tutte risalenti all’epoca imperiale dell’antica Roma. Insomma un’Italia che sa coniugare tradizione e innovazione, un’Italia che sa guardare lontano, forte della sua tradizione, forte del suo patrimonio, di una ricchezza inestimabile, un’Italia però ripeto che guarda lontano,  con lungimiranza, e realizza progetti che porteranno durevoli benefici anche alle generazioni future.
Grazie per l’attenzione.

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