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Economia e lavoro

L’intervento del Presidente Conte all’Assemblea Fipe 2020

Intervento del Presidente Conte all’Assemblea Fipe 2020

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è intervenuto mercoledì 18 novembre 2020 in video collegamento all’Assemblea 2020 della Federazione italiana pubblici esercizi.

Grazie a voi per l’invito. Grazie a tutti. Permettetemi di salutare il Presidente Sangalli, il Presidente Stoppani, anche i Ministri che sono intervenuti, tutte le autorità, i gentili ospiti.

Ringrazio la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, la FIPE per questo invito alla vostra Assemblea, che quest’anno si svolge, ahimè, in virtù del Covid-19 in modalità telematica.

L’evento di oggi ha luogo in una fase evidentemente, come anche molti interventi hanno sottolineato, alcuni gli ultimi almeno sono riuscito a seguirli, in una fase difficile della nostra storia repubblicana, un momento molto complesso dal punto di vista sanitario, ma anche dal punto di vista economico, direi anche dal punto di vista sociale, c’è un grandissimo diffuso disagio sociale, e mi permetto di aggiungere anche un disagio psicologico da parte di tanti cittadini, di tanti operatori economici.

Noi dobbiamo tenere conto di tutte queste circostanze, di queste situazioni.

Quanto più rapidamente riusciremo a contenere il contagio, infatti, tanto più saremo in grado di restituire ai cittadini e alle imprese la fiducia necessaria per ripartire.

Quindi ci premono anche i tempi di questo contenimento del contagio, per questo abbiamo lavorato con i nostri esperti per mettere a punto un sistema di monitoraggio basato su criteri e parametri molto articolati e scientifici, non l’abbiamo fatto per il gusto di abbandonarci a sofisticati sistemi scientifici ma per il fatto che quel sistema ci consente interventi mirati e quindi di introdurre misure restrittive che siano limitate nel tempo quanto più possibile e siano ben dosate sulla base dell’effettivo livello di rischio dei territori a cui sono dirette.

Ecco abbiamo adottato quindi queste misure per cercare di limitare al massimo, di contenere come dicono gli scienziati, anche limitare il contagio.

Dopo la prima battaglia contro il virus, che abbiamo vissuto, quella che abbiamo di fronte è una sfida non meno insidiosa, che nessuno di noi può vincere da solo. Questo lo dobbiamo dire e ribadire in modo forte. Il settore del commercio, le imprese industriali, i lavoratori dipendenti, i professionisti, le istituzioni, tutti, ma anche i singoli cittadini, devono “fare sistema”, devono “fare squadra”.

E colgo l’occasione, voglio farlo e sottolinearlo in questa occasione pubblica,  per ringraziare la FIPE per lo spirito di collaborazione che ha sin qui dimostrato. Io vi ho incontrato, già vi avevo preannunciato in quell’incontro e nelle interlocuzioni che abbiamo avuto, il pieno desiderio di partecipare alla vostra Assemblea.

Il Governo, ce ne darete atto, si è attivato immediatamente per mitigare le conseguenze economiche delle restrizioni, ha adottato varie misure di sostegno, di sostegno economico in particolare, che hanno trovato da ultimo collocazione nel decreto “Ristori” e poi nel decreto “Ristori-bis”. Alcune misure sono state richiamate nel corso dei precedenti interventi.

Penso ai contributi a fondo perduto a titolo di ristoro del fatturato, del calo di fatturato, penso ai crediti d’imposta per gli affitti commerciali, alla sospensione dei contributi previdenziali, alla cancellazione della seconda rata IMU e alle sospensioni degli adempimenti tributari per le attività che si collocano nelle zone “rosse” e anche nelle zone “arancioni”.

A questo aggiungiamo altri significativi interventi. Da questa settimana, ad esempio, è attivo il contributo a fondo perduto per l’acquisto di prodotti 100% Made in Italy in favore della ristorazione, è stato istituito lo ricordo dal decreto-legge “Agosto”, è stato non semplice attivare questo meccanismo  e in ogni caso adesso ci sono questi 600 milioni di euro aggiuntivi.

Inoltre, da oggi, le attività commerciali situate in 29 centri storici italiani, li abbiamo individuato con criteri oggettivi, che hanno subito una riduzione del fatturato di almeno due terzi fra giugno 2020 e giugno 2019 o che hanno iniziato la propria attività dopo il 1° luglio 2019, possono richiedere un ulteriore contributo a fondo perduto, sempre erogato dall’Agenzia delle Entrate, che in questo momento, tra i vari meccanismi, diciamo, pubblici e burocratici, è quel meccanismo che si è rivelato oggettivamente più rapido nel dar seguito alle erogazioni.

Qualche ristoratore ma anche altri esercenti e attività commerciali mi hanno scritto personalmente, ho ricevuto anzi molte lettere, molte comunicazioni su questo e molto onestamente si sono dichiarati anche sorpresi della rapidità con cui sono stati erogati nel giro di una settimana, poco più di una settimana, i contributi in particolare a fondo perduto di cui al decreto Ristori.

Siamo però consapevoli del fatto che la profondità della crisi richieda un sostegno finanziario prolungato nel tempo e anche più corposo di quanto sin qui fatto.
Ci troviamo all’interno, evidentemente, di una congiuntura storica ed economica nella quale si proporranno nuove e diverse disuguaglianze che la politica dovrà contrastare.

L’ho detto anche chiaramente ai sindacati confederati, che abbiamo incontrato l’altra sera, dobbiamo essere consapevoli come Governo che si stanno creando nuove diseguaglianze, ci sono delle fasce assolutamente, diciamo, che godono di una maggiore protezione, che in questo momento… fasce sociali riescono anche ad accumulare un maggiore risparmio rispetto al passato, pensiamo a dei pubblici impiegati, ad esempio, riescono a organizzare meglio le proprie attività di vita con lo smart working rimanendo a casa, lavorando assolutamente sì ma nello stesso tempo con maggiore autonomia, risparmio di spesa e anche di tempo per quanto riguarda i trasferimenti.

Nello stesso tempo, però, ci sono invece altre categorie di operatori economici,settori della popolazione che sono in forte emergenza, forte sofferenza perché l’impatto della pandemia interessa in modo particolare tutti coloro che non hanno un reddito fisso, come le partite Iva, i piccoli imprenditori, i professionisti, i quali – oltre a soffrire, quindi, la perdita di fatturato – devono sostenere anche costi fissi elevati e spesso difficilmente comprimibili, anche di questi tempi.

E penso, in particolare ai ristoratori e a tutti gli esercenti che svolgono la propria attività in locali in affitto, quasi il 60% del totale delle attività del settore. L’affitto, in particolare, è un costo importante e gravoso, soprattutto per chi opera in aree che sono simultaneamente tra le più esposte alla crisi e fra le più costose anche, onerose per quanto riguarda i canoni di locazione.

E sono consapevole di quanto sia sentito questo tema, incontro spesso anche oltre che voi, tanti singoli esponenti di queste categoria e in questo senso potremmo ragionare anche su schemi di incentivazione fiscale che, senza voler penalizzare i proprietari degli immobili, però possano permettere un’ulteriore riduzione dei costi sostenuti per le locazioni.

Per tutte queste ragioni, non escludendo la possibilità di stanziare nuove risorse a beneficio dei settori colpiti, il Governo vi assicuro che è già al lavoro per adottare ulteriori provvedimenti di sostegno, che saranno definiti a stretto giro e quindi per stanziare ulteriori risorse. Ci rendiamo conto di quanto sin qui abbiam fatto non è sufficiente per gestire il tempo a venire e le prossime settimane e i prossimi mesi.

Tuttavia, in una fase così complessa, in cui tutte le nostre energie sembrano essere assorbite dai problemi del presente, permettetemi anche di dire che non possiamo e non dobbiamo rinunciare a proiettare il nostro sguardo e quindi a concentrare la nostra operosità anche verso il futuro, in direzione futura.

Il nostro Paese è giunto all’inatteso appuntamento, imprevedibile appuntamento con questa pandemia dimostrando significativi punti di forza ma, dobbiamo riconoscerlo, anche punti di debolezza, carenze strutturali storiche, che si trascinano da tempo.

Fra i primi, tra i punti di forza, possiamo anche annoverare la tradizionale ingegnosità, la creatività e il “saper fare” italiano, di cui i commercianti, gli artigiani e i professionisti italiani sono veri e propri ambasciatori in tutto il mondo. Penso all’impegno quotidiano di tanti imprenditori e lavoratori della ristorazione, grazie a cui milioni di amanti del nostro Paese – stranieri e italiani – hanno potuto vivere la bellezza delle città storiche e dei paesaggi rurali, gustando la ricchezza e l’abbondanza dei sapori e dei colori della nostra cucina.

Dietro ogni bar, ristorante, gelateria, pizzeria ci sono passioni e professionalità, piccole, grandi, medie, elevate, da tutelare e da valorizzare. Ognuna di queste attività è in grado di ravvivare i nostri centri e produce benefici condivisi per l’economia di tutto il territorio circostante: ognuna di queste iniziative economiche, è in qualche modo patrimonio di tutta la comunità in cui si inserisce. Dobbiamo preservare questi patrimoni, queste comunità.

Il settore dei servizi, infatti, è uno dei pilastri dell’economia italiana, poiché rappresenta circa il 70% dell’occupazione italiana; commercio e turismo, in particolare, occupano 5 milioni di lavoratori e costituiscono una fonte di domanda essenziale anche per le filiere, importantissime, dell’agroalimentare, della pesca e di tutte le produzioni Made in Italy.

Al contempo, però se dobbiamo ben riconoscere q valorizzare i nostri punti di forza, dobbiamo esser consapevoli che abbiamo delle debolezze, delle carenze, dei ritardi strutturali che gravano sugli imprenditori e i lavoratori. Penso all’intollerabile protrarsi dei tempi della burocrazia, che sottrae energie preziose, alle carenze nelle infrastrutture di trasporto e in quelle digitali, a un sistema tributario che da decenni attende una riforma complessiva per realizzi un fisco realmente equo e trasparente e quindi amico, in senso sostanziale, del contribuente.

Queste criticità sono ben note al Governo e saranno il centro dell’agenda di politica economica dei prossimi mesi ed anche anni. Perché alcune riforme, dobbiamo guardarci negli occhi e dirlo molto francamente, richiederanno anni perché siano portate a termine e possano produrre effetti significativi come ci auguriamo.

Inoltre l’intero settore soffre di una fragilità intrinseca, dovuta al sovraffollamento dell’offerta, alla necessità di investimenti nella formazione continua e all’esigenza di rendere le imprese sempre più solide dal punto di vista patrimoniale. Alcune delle problematiche della filiera andranno affrontate tramite un sostegno finanziario che prosegua anche nel 2021, che potrà avvalersi delle misure presenti nella manovra economica approvata dal Consiglio dei Ministri e che in queste ore sta per pervenire, per essere esaminata, al Parlamento.

Altre criticità sono affrontate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il quale potrà far leva sulle ingenti risorse europee del Recovery Fund. Stiamo in queste ore lavorando al budgetary plan, lo approveremo e lo presenteremo a Bruxelles. Più in generale, un settore così strategico merita una risposta politica di natura strategica, che metta a sistema tutte le Istituzioni interessate e le migliori competenze disponibili nel Paese, come le vostre.

Io l’altro giorno, sempre parlando con i sindacati, ho detto loro, su loro sollecitazione – invocavano una riforma una revisione, un rilancio anche dello Statuto dei lavoratori – che in effetti sono passati tantissimi anni, tanti decenni e quello Statuto va rivisto. Però ho detto anche che noi dobbiamo introdurre uno Statuto delle imprese.

Dobbiamo creare anche un corpus normativo dove tutte le imprese – anche gli esercenti, le attività commerciali, gli artigiani – possono avere un catalogo di diritti e dove poter ribadire che, oggi, aprire un’attività commerciale o un’attività artigianale o svolgere attività d’impresa, si può iniziare questa attività in pochissimo tempo, con pochissimo costo, con una chiarezza per quanto riguarda il regime delle autorizzazioni dei permessi e delle licenze, in modo da poter permettere a tutti di poter chiedere un finanziamento, di poter pianificare queste attività e di poter elaborare anche un semplificato business plan, ma con tempi certi e con chiara efficacia.

L’Italia ha il potenziale per diventare, a livello europeo e mondiale, un hub per l’alta formazione nel campo delle arti culinarie e un vero e proprio sistema di istruzione professionale nell’ambito turistico-ricettivo, anche per poter aumentare la qualità e la specializzazione dei servizi offerti.

La disponibilità di un vaccino nei mesi a venire, nonché la sua distribuzione efficace, è una condizione fondamentale per poter ricostruire una socialità che possa essere di nuovo “in presenza”, la quale resta senz’altro il motore più efficace per una piena ripresa economica.

Io conosco la delusione del vostro settore, so che dopo l’adozione dei protocolli per il distanziamento – che mediamente avete rispettato puntualmente, in modo rigoroso – siete rimasti fortemente delusi da queste nuove misure restrittive. Ma credo che tutti adesso ci rendiamo conto che questa nuova ondata di pandemia è stata da noi, ma in tutta Europa, così violenta e così veemente che i medesimi protocolli col distanziamento non si sono rivelati sufficienti e saremo comunque stati travolti se ci fossimo affidati solo al rispetto dei protocolli. Questo vale per le vostre attività economiche, ma anche per tutte le altre.
Di qui la necessità anche di misure restrittive e di ricorrere anche a un rallentamento di quelle occasioni di socialità che, evidentemente, non ci avrebbero altrimenti consentito, se continuavano come prima, a contenere il contagio e a mitigarlo.

Penso che alcuni dei mutamenti strutturali che la pandemia ha fortemente accelerato – immaginiamo ad esempio la diffusione, ne parlavo prima, dello smart working – potrebbero restare impressi nelle abitudini delle persone anche dopo la fine della pandemia e, pertanto, pongono di fronte a tutti noi delle sfide significative, che dobbiamo essere in grado di affrontare.

Penso anche, ad esempio, che una modificazione delle abitudini di vita dei cittadini italiani, potranno derivare dal fatto che in questo periodo pandemico si sta facendo un grande e massiccio ricorso anche agli acquisti on line, alle transazioni on line. Questo può chiaramente ridefinire completamente alcune filiere economiche. Dobbiamo quindi noi, come decisori politici, stare attenti e lavorare con voi per cercare di mantenere in equilibrio il settore perché altrimenti, l’effetto che avremo dopo il termine della pandemia, è che ci ritroveremo comunque con disequilibri – diciamo così – dal punto di vista economico, dal punto di vista commerciale, su cui sarà difficile intervenire se non ci predisponiamo a farlo per tempo.

Ecco, sono questi alcuni dei temi che vi volevo lasciare, alcuni messaggi che volevo condividere con voi e soprattutto un’agenda di lavoro. Dobbiamo lavorare insieme perché nessuno può fare – come dicevo prima – la sua parte se non riusciamo a coordinarci tutti e a mettere insieme le energie migliori e l’intelligenza migliore per creare le premesse per rilanciare al più presto il Paese.

Auspico che, anche nei mesi a venire, Governo e associazioni di categoria come la vostra – assolutamente responsabile, assolutamente collaborative, assolutamente disponibile al dialogo – possano continuare a discutere in un confronto aperto, trasparente e anche costante.

Con il dialogo e la collaborazione riusciremo a rialzare la testa, ad aprire la porta verso il futuro con fiducia, con determinazione.

Grazie per la vostra attenzione.