La replica del premier Giuseppe Conte dopo la discussione generale alla Camera dei Deputati sulle Comunicazioni sulla situazione politica in atto.
Il video e il testo dell’intervento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Grazie signor Presidente e ringrazio tutti i Deputati e le Deputate che sono intervenuti, che hanno fatto interventi anche molto articolati per alimentare il dibattito e ovviamente commentare le comunicazioni che ho riassunto questa mattina. Ho visto anche che da qualche intervento è emersa qualche notazione critica per quanto riguarda l’appello che io ho rivolto. Io devo dire che è un appello molto chiaro è un appello molto nitido.
C’è un progetto politico ben preciso, è un progetto politico ben articolato, è un progetto che mira a rendere il nostro Paese più moderno, è un progetto che mira a completare anche tante riforme, tanti interventi che abbiamo già messo in cantiere, abbiamo bisogno di offrire ai nostri cittadini di realizzare la transizione verde, abbiamo bisogno di perseguire la transizione digitale, abbiamo bisogno di affrontare, oggi più che mai, tutte quelle disuguaglianze vecchie e anche quelle nuove perché questa pandemia – lo stiamo sperimentando tutti insieme – sta creando nuove disuguaglianze, sta ridisegnando le vecchie, sta trasformando anche i rapporti tradizionali, sociali e sta creando nuove disuguaglianze. Quindi oggi abbiamo una società che rischia di uscire da questa pandemia con forti disuguaglianze di genere, ancora più accentuate; generazionali, ancora più accentuate; territoriali e così via.
Ecco che la nostra capacità, la forza di questo progetto, la prospettiva di questo progetto è lavorare in questa direzione. Non bisogna avere timori e nessuna timidezza quando si ragiona con sguardo chiaro, con prospettiva certa.
Ho rivolto un appello a tutte le forze politiche ma anche ai singoli parlamentari, ho invocato anche la coscienza dei singoli parlamentari: chi si riconosce in questo progetto può dar mano, può dare un contributo di idee, soprattutto di progetti, se soprattutto pensiamo al patrimonio di idee, di nobili culture, di prassi sperimentate anche che si racchiudono nelle famiglie tradizionali, quelle che però hanno una chiara vocazione europeista. Parlo della tradizione liberale, delle tradizioni comunque democratiche, popolari e anche socialista. E in particolare dalle scelte che ciascuno in questa ora grave deciderà di compiere dipende il futuro del Paese, è un futuro che siamo chiamati a costruire insieme alla luce del sole, chiamando all’impegno le forze, le energie migliori. Quindi è un appello trasparente, è un appello chiaro, che propongo qui nella sede più istituzionale e più rappresentativa che è quella del Parlamento, proprio per affrontare insieme le difficoltà del presente, per costruire insieme il futuro. E il fatto che dietro ci sia un progetto ben articolato e ben preciso rafforza assolutamente la nobiltà di questa iniziativa.
Questo progetto politico ho detto che ha una forte vocazione europeista perché l’Italia in questo momento può giovarsi di una forte consonanza, di una forte sintonia tra l’indirizzo politico della Commissione europea e quello che noi stiamo perseguendo. Il fatto che – non sarà sfuggito – quelli che sono gli obiettivi politici, economici, sociali posti alla base del nostro progetto di riforma siano anche pressoché specificamente indicati nel programma NextGenerationEU non è casuale, non è casuale perché la Commissione europea sin dall’inizio ha voluto imprimere questo forte indirizzo verso una transizione verde e digitale che ci pone – noi che abbiamo questo afflato, che abbiamo questo approccio e che perseguiamo questi obiettivi – in posizione di assoluta primazia anche nel contesto europeo, proprio in virtù di questa sintonia e di questa consonanza.
E ancora c’è un altro elemento che rafforza questo nostro progetto e lo rende ancora più solido, gli dà più lunga prospettiva, più profondità politica. E cioè che guardiamo con grande speranza alla presidenza Biden. Io ho avuto già con lui una lunga e calorosa telefonata e siam rimasti che ci aggiorneremo presto anche in vista del nostro G20. L’agenda della nuova amministrazione è la nostra agenda. Condividiamo assolutamente – e l’ho ripetuto a più riprese – il multilateralismo, un approccio multilaterale perché il bilateralismo non ha risolto i problemi e non può risolvere i problemi.
E ancora, l’importante è lavorare anche per rinnovare le istituzioni internazionali. Oggi ad esempio, il WTO, siamo consapevoli che ha bisogno di essere riformato. Dobbiamo lavorare insieme proprio perché l’approccio multilaterale possa servirsi di strumenti e di iniziative che siano realmente efficaci. E poi c’è una grandissima consonanza sul tema dei cambiamenti climatici, per lo sviluppo sostenibile, e su questo, chiaramente, in tutti questi fori multilaterali, a partire dal G20, dalla Cop26, di cui siamo copresidenti col Regno Unito, ci gioveremo assolutamente di questa grande sintonia.
Dopo i fatti terribili del 6 gennaio abbiamo avuto una conferma: che le nostre democrazie vanno difese coi fatti e con le parole. E che a noi leader incombe una responsabilità speciale, perché non ci possiamo permettere, come è successo negli Stati uniti, di alimentare la tensione.
Ne approfitto per parlare del terremoto, sul terremoto vorrei dire che c’è stata una svolta nelle zone terremotate del centro-Sud. Perché abbiamo superato le lentezze del passato nonostante l’emergenza sanitaria. Nel 2020 la ricostruzione ha avuto una forte accelerazione. Le domande presentate e approvate sono cresciute del 60% rispetto al 2019, i contributi già approvati sono pari a 1,5 mld di euro.
Quattromila famiglie hanno potuto fare rientro nelle abitazioni ricostruite o riparate dopo il sisma. Abbiamo 3.250 cantieri aperti e la prospettiva di aprirne altre migliaia. La semplificazione normativa che abbiamo approvato, con il contributo di questo Parlamento, si sta rivelando molto efficace. E devo ringraziare, tra l’altro, il Commissario straordinario per la sinergia con le autorità locali per questa forte accelerazione. E ancora gli Enti locali: i Comuni, le Province. A favore loro predisporremo – come da richiesta del Parlamento peraltro – la Legge delega per la revisione organica del TUEL, nel segno della semplificazione e responsabilità e efficienza degli Enti locali in una nuova carta delle Autonomie.
Quando si parla di digitalizzazione, mi permetto di dire, è un processo complesso, ma non sono vuote parole. La digitalizzazione la stiamo già realizzando. Avremo una grande accelerazione con le risorse del Recovery Fund, ma teniamo conto, per comprendere lo sforzo che stiamo facendo, che nel settembre 2019, quando il governo si è insediato, Spid – l’identità digitale è la base per la società digitale – aveva l’adesione di 4 milioni di cittadini. Ebbene adesso sono quasi 16 milioni e 100 mila, quattro volte più di allora. Ancora. L’app Io, che è così fondamentale perché rende accessibili, disponibili i servizi digitali della PA, nel settembre 2019 non esisteva: oggi è in uso da parte di 9,3 milioni di cittadini. Sarà questa la chiave, tra le altre per accedere ai servizi, in modo facile, ai servizi quindi semplificati, della Pubblica Amministrazione. E così via. La banda ultralarga nel fine 2019, i comuni nei quali era stata completata erano, pensate, 79. Oggi sono 1731. E con il progetto della rete unica noi confidiamo di accelerare ancora di più questo percorso.
Una parola sui ristori, perché da quanto da qualche intervento capisco che le mie parole sono state fraintese. Io ho parlato di ristori proporzionali alle perdite subite. Proporzionali non significa che hanno compensato tutte le perdite subite. Il governo è ben consapevole che occorrerebbero risorse molto più cospicue. Proporzionale significa correlate alle perdite subite. Continueremo a lavorare in questa direzione, a fare ancora di più, ma voglio dire che l’Agenzia delle Entrate ha erogato dall’approvazione del decreto Rilancio ad oggi 3 milioni di bonifici presso altrettanti cittadini operatori economici e sono stati anche pagati i bonifici automatici previsti dal decreto legge sulle misure per il Natale. Adesso ci aspetta un nuovo compito. Il governo predisporrà ovviamente le nuove misure di sostegno a famiglie, lavoratori, imprese, ma poi sarà il Parlamento, come già avete fatto, con il coinvolgimento anche delle opposizioni, a migliorare la nuova disciplina dei ristori e il vostro contributo, ancora una volta, ne sono sicuro, sarà prezioso.
Ancora. Per il sud, qualcuno ha detto che non ho citato il sud. Attenzione, chiaramente questo è un governo che spesso viene accusato di essere addirittura troppo meridionalista. Il sud è in cima alle priorità dell’agenda di governo, ma non solo per una scelta ideologica, ma perché il divario è tale che se l’Italia non è riuscita ad esprimere l’adeguato potenziale di crescita economica che è nelle proprie corde, questo è dovuto proprio al fatto che il sud non riesce a correre. Dobbiamo far correre il sud, perché in un’economia così integrata, solo così potrà correre il nord e tutta l’Italia. La fiscalità di vantaggio che ho citato, è un provvedimento storico. Anzi io ho detto che prevede la decontribuzione al 30% per tre anni, mi devo correggere: per 5 anni. Rappresenta solo un tassello di una strategia più articolata, molto più complessiva.
La strategia l’abbiamo già dipanata e specificamente indicata nel Piano Sud 2030 che abbiamo presentato a febbraio scorso. Troverete lì un concentrato di misure come mai erano state elaborate prima e pensate. Se guardiamo anche il Recovery Plan di cui parlerò tra un attimo, che adesso nella sua versione aggiornata è arrivato in Parlamento, ebbene noi stiamo concentrando investimenti al Sud secondo una prima stima per circa il 50% ,se consideriamo tutti i progetti che si dispiegano anche in modo trasversale.
Voi stessi avete contribuito all’approvazione di alcune misure dell’ultima legge di bilancio orientate alle imprese e al lavoro al Sud, il credito d’imposta per gli investimenti finanziato per oltre 1 miliardo, il rafforzamento al Sud del fondo per la ricerca e lo sviluppo, il progetto degli ecosistemi dell’innovazione del Mezzogiorno sul modello del polo tecnologico di San Giovanni a Teduccio, un quartiere molto difficile, molto complicato, ricordiamo anche la vertenza annosa, terribile di Whirlpool. E voglio ricordare anche l’allargamento della no tax area per le iscrizioni all’Università: ha avuto una forte incidenza proprio al Sud per l’anno accademico 2020/21. Pensate che nel Sud per la prima volta – è un dato importante che deve rendere felici tutti – abbiamo invertito i segni negativi: le immatricolazioni nel 2020 e nel 2021 per la prima volta hanno avuto un segno positivo negli atenei del Sud e sono aumentate del 7,5%. È un dato incoraggiante.
Nel Recovery Fund troverete tante infrastrutture per il Sud, ferroviarie, per oltre 15 miliardi. C’era un intervento che lamentava scarsa attenzione per la Calabria, ma ci sono 2,3 miliardi solo per le infrastrutture in Calabria.
Nel PNRR troverete molte di queste indicazioni. Come ho già detto arriva qui al Parlamento per consentire a voi di elaborare delle preziose indicazioni, lo avete già fatto con la risoluzione che avete votato approvando le linee guida. Adesso c’è la possibilità di dare un altro prezioso contributo e di dare tutti i suggerimenti, di apportare tutte le migliorie che riterrete nel confronto che proseguirà. Per essere ancor più chiaro avremo ancora la possibilità di interloquire – quindi un’interlocuzione costante – perché quando raccoglieremo le vostre indicazioni insieme a quelle delle parti sociali, noi poi elaboreremo la versione finale del Recovery Plan e ritorneremo qui in Parlamento per accogliere ancora una volta la vostra deliberazione finale.
Ho finito e ovviamente chiedo, da questo punto di vista, signor Presidente e signore e signori deputati, chiedo a nome del Governo di porre la questione di fiducia sull’approvazione della risoluzione di maggioranza.
Grazie ancora.