Sequestro Caffaro, dal Mattm fari puntati su Brescia.
Il sito, di cui la Procura di Brescia ha disposto il sequestro, è oggetto di una intensa attività del Ministero finalizzata a ottenere la bonifica e il ripristino dell’area
Roma, 9 febbraio 2021 – La notizia del sequestro della Caffaro di Brescia giunge nel pieno di una intensa attività amministrativa con la quale il Ministero dell’Ambiente, anche coordinandosi con le istituzioni locali, sta portando avanti le azioni di propria competenza affinché vengano espletati i lavori di risanamento e messa in sicurezza dell’area. Un lavoro che negli ultimi due anni ha subito una decisa accelerazione, con le attività svolte dal tavolo tecnico per la valutazione del Progetto operativo di bonifica e messa in sicurezza presentato dal Commissario straordinario Roberto Moreni e, soprattutto, con l’accordo di programma tra Stato, Regione Lombardia e Comuni per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica del sito, che consta di un piano da 80 milioni di euro per la messa in sicurezza del sito Caffaro di Brescia.
La vicenda dell’inquinamento delle aree nelle quali opera l’azienda chimica Caffaro Brescia srl, subentrata nel 2011 alla Caffaro Chimica srl oggi in liquidazione, è posta al centro delle attenzioni delle istituzioni già a partire dal 2002, anno di approvazione della legge 179, che individua il Sito di interesse nazionale di “Brescia-Caffaro” come intervento di bonifica di interesse nazionale, alla luce delle condizioni ad alto rischio ambientale determinate dalle attività industriali dell’azienda.
Dopo la definizione nel 2009 di un primo Accordo di programma – sottoscritto da Ministero dell’Ambiente, Regione Lombardia e istituzioni locali – per la definizione degli interventi di messi in sicurezza e successiva bonifica e dopo la nomina nel 2015 del Commissario straordinario Molteni, l’accelerazione del percorso che dovrà concludersi con il completo risanamento ambientale dell’area avviene a metà del 2019, quando la Direzione Generale per la Salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell’Ambiente acquisisce il progetto operativo di bonifica e messa in sicurezza permanente e avvia, per la valutazione dello stesso, un tavolo di confronto tecnico con l’ARPA e l’ISPRA.
Sempre a metà del 2019, più precisamente il 17 luglio di quell’anno, nel corso della Conferenza dei servizi che si tiene presso il Ministero dell’Ambiente, proprio per la valutazione del progetto di bonifica, si chiede alla società Caffaro non solo di aggiornare tutte le amministrazioni interessate in merito alla tempistica per l’esecuzione delle attività di prevenzione e tutela della salute, ma soprattutto si ribadisce la necessità che vengano eliminate le sorgenti di contaminazione presenti nell’area dello stabilimento Caffaro.
L’attività istruttoria e di coordinamento portata avanti dal Ministero dell’Ambiente porta all’approvazione del Progetto operativo di bonifica, dopo che lo stesso piano è stato aggiornato dal Commissario straordinario per fornire una risposta alle questioni sollevate dai partecipanti al tavolo tecnico.
Nell’agosto del 2020, inoltre, il Ministro dell’Ambiente emana un’ordinanza con la quale ordina alle società a vario titolo operanti nel sito, tra le quali la Caffaro Brescia srl, di provvedere all’immediato smaltimento dei rifiuti stipati nel sito, alcuni dei quali cancerogeni (cromo esavalente, mercurio, Pcb, diossine) che hanno inquinato suolo, sottosuolo, e acque sotterranee, avvisando che, in caso di inerzia, si sarebbe proceduto alla realizzazione degli stessi interventi nonché ad esercitare il diritto di rivalsa sull’azienda.
L’ordinanza è stata emessa dopo che lo stesso MATTM, nel dicembre del 2019, aveva chiesto al Commissario straordinario del gruppo SNIA-Caffaro, le cui società sono state poste nel frattempo in liquidazione, e a Livanova – entrambe nel frattempo dichiarate, con sentenza parziale dalla Corte di Appello civile di Milano, ‘corresponsabili’ degli obblighi di bonifica e tenute al risarcimento del danno ambientale in forma specifica – se intendessero eseguire le opere necessarie al risanamento e messa in sicurezza dell’area. Il Ministero dell’Ambiente ha inoltre proposto domanda di ammissione al passivo nei confronti di SNIA, capogruppo delle controllate Caffaro srl e Caffaro chimica srl, poste, come detto, in liquidazione.
In Ministero, inoltre, nell’ottobre del 2020 ha stilato un nuovo accordo di programma con il Commissario straordinario, la Regione Lombardia, la Provincie e il Comune di Brescia, oltre al Comune di Castegnato e quello di Passirano, per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica del sito di Brescia Caffaro. L’Accordo prevede lo stanziamento di 80 milioni di euro per lo svolgimento dei lavori e prevede una apposita voce di spesa per la realizzazione di eventuali interventi in via sostitutiva, per evitare che le attività di barrieramento idraulico delle acque di falda sottostanti il sito, a carico dell’azienda, possano subire una interruzione che, anche se solo parziale, comporterebbe un importante aggravamento dei danni all’ambiente.
All’esito di ulteriori accertamenti e indagini svolti da ARPA Lombardia sulle aree dello Stabilimento – che hanno evidenziato una situazione di contaminazione ancora in atto, con valori molto elevati di cromo – nel gennaio 2021 il Ministro dell’Ambiente ha emanato una ulteriore ordinanza con la quale ha intimato a tutte le società responsabili a vario titolo dell’inquinamento presente nei suoli e nella falda sottostante il sito, di garantire il mantenimento del barrieramento idraulico al fine di evitare il verificarsi di un danno ambientale dovuto alla dispersione delle acque sotterranee contaminate al di fuori del perimetro del sito.
Al Commissario straordinario Moreni il Ministero dell’Ambiente ha inoltre chiesto di valutare le azioni da intraprendere, potendosi avvalere anche delle risorse stanziate con l’accordo di programma 2020.
Link Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.