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La sicurezza della Svizzera 2021: il rapporto del Servizio delle attività informative della Confederazione

La sicurezza della Svizzera 2021: il Servizio delle attività informative della Confederazione presenta il suo nuovo rapporto sulla situazione.

Berna, 10.06.2021 – La pandemia di COVID-19 influenzerà in maniera duratura la politica di sicurezza nazionale e internazionale. Il contesto della politica di sicurezza della Svizzera continuerà a essere sostanzialmente caratterizzato dalla crescente rivalità tra le grandi potenze. In questo scenario, le capacità in materia di anticipazione e individuazione precoce del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) sono essenziali per individuare e valutare tempestivamente le minacce e i cambiamenti rilevanti nel contesto strategico della Svizzera nonché adottare le misure preventive necessarie. Il nuovo rapporto sulla situazione del SIC «La sicurezza della Svizzera 2021» illustra gli sviluppi della situazione più importanti dal punto di vista dell’intelligence.

Gli estremisti violenti di destra e di sinistra cercano di sfruttare il potenziale di protesta nella società per i propri fini. Soprattutto nell’ambito di crisi prolungate o che si aggravano, come nel caso dell’attuale pandemia di COVID-19, si può assistere a un incremento di tale potenziale. Oltre ai tentativi di strumentalizzazione da parte degli ambienti noti dell’estremismo violento sussiste il rischio che la protesta si inasprisca anche senza il loro intervento e in alcuni casi diventi violenta.

La pressione digitale accentuata dalle misure di protezione prese contro la pandemia ha allargato la superficie utile per i ciberattacchi, sferrati in particolare attraverso le catene di approvvigionamento. Le numerose imprese in Svizzera che offrono accessori e servizi ai gestori di infrastrutture critiche nel Paese e all’estero sono obiettivi interessanti anche per gli attori che operano su commissione di altri Stati.

Le grandi potenze mirano a estendere le loro sfere di influenza

Durante la presidenza Biden gli Stati Uniti riprenderanno a curare il proprio sistema di alleanze globale, tornando inoltre a una diplomazia impegnata in ambito multilaterale e alla difesa della democrazia. Sotto il profilo della politica di sicurezza essi continueranno a concentrare la propria attenzione sulla rivalità strategica con la Cina. Nell’ambito della NATO gli Stati Uniti cercheranno di ottenere anche in futuro il sostegno di alleati e partner nei confronti della Cina, specialmente nel settore delle tecnologie di punta. Nel conflitto con l’Iran la nuova amministrazione considera prioritario intavolare negoziati.

L’ascesa della Cina a grande potenza globale è quasi una certezza. L’orientamento strategico di diventare entro la metà del secolo la più grande potenza mondiale rimarrà il fondamento dell’operato del governo cinese. Integrarsi adottando norme e regole internazionali non è un’opzione prioritaria, visto che il Partito comunista presenta sempre più il modello di governo cinese quale alternativa alla democrazia liberale.

Il fatto di concentrarsi sullo sviluppo interno del sistema Putin non limita il margine di manovra della Russia nell’ambito della politica estera e di sicurezza. Con un impegno relativamente modesto, il Paese utilizza con successo le sue limitate risorse all’estero per rafforzare la propria sfera di influenza. Al confine occidentale la Russia vuole riacquisire l’influenza nei confronti della NATO e dell’UE perduta con il crollo dell’Unione Sovietica. Alla Turchia la Russia è legata anche dalla politica conflittuale nei confronti dell’Europa, benché sussistano notevoli divergenze di interessi in questo campo. Unendosi, entrambi gli Stati potrebbero potenziare le proprie posizioni rispetto all’Europa e accrescere ulteriormente la propria influenza nel bacino del Mediterraneo.

Grande aumento delle attività di spionaggio nel ciberspazio

Lo spionaggio rimane una sfida onnipresente. La digitalizzazione e l’interconnessione consentono un forte aumento di questo tipo di attività nel ciberspazio. Gli obiettivi dei servizi di intelligence stranieri rimangono invariati, mentre Ginevra rappresenta sempre un punto cruciale data la presenza delle organizzazioni internazionali e di numerose rappresentanze diplomatiche. Suddetti servizi costituiscono una minaccia diretta per determinati target in Svizzera e possono anche essere coinvolti in attività di influenza contro interessi svizzeri.

Resta invariato il rischio di attentati terroristici con un dispendio logistico minimo
In Svizzera la minaccia terroristica è ancora elevata ed è caratterizzata principalmente da attori jihadisti. Gli attentati del 2020 in Svizzera e nei Paesi limitrofi (Francia, Germania e Austria) confermano tale valutazione.

Quelli caratterizzati da un minimo dispendio logistico ed organizzativo, perpetrati da singoli individui che agiscono autonomamente, sono la minaccia più probabile. Eventuali attentati potrebbero essere diretti principalmente contro bersagli cosiddetti vulnerabili quali gruppi di persone, edifici scarsamente protetti e infrastrutture dei trasporti pubblici. Sempre più spesso negli autori la radicalizzazione e la propensione alla violenza coincidono anche con crisi personali o problemi psichici.

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