Uno sviluppo territoriale sostenibile protegge il suolo.
Ittigen, 05.08.2021 – Base per la produzione agricola, filtro per la nostra acqua potabile, serbatoio di CO₂, superficie per accogliere i nostri momenti di risposo e di tempo libero, ma non solo: il suolo svolge per noi tante altre funzioni vitali. L’ultimo numero del bollettino d’informazione «forum sviluppo territoriale» pubblicato dall’Ufficio federale dello sviluppo territoriale ARE riflette sull’importanza di una gestione sostenibile del suolo e su come la pianificazione del territorio possa contribuirvi.
Il suolo del nostro paese è sotto pressione in più modi: basti pensare agli effetti dell’attività edilizia, all’erosione o all’immissione di sostanze inquinanti. Per alleviare questa situazione, il Consiglio federale ha adottato nel 2020 la Strategia Suolo Svizzera, corredandola di un pacchetto di misure. L’obiettivo principale è azzerare il consumo netto di suolo entro il 2050.
Sulla scia del principio adottato per la protezione del clima, l’obiettivo di un saldo netto pari a zero orienta anche la politica di protezione del suolo, e questo parallelismo non è casuale, come ricorda nel suo contributo Damian Jerjen, direttore dell’Associazione svizzera per le questioni di pianificazione territoriale EspaceSuisse, secondo il quale «i responsabili della pianificazione del territorio devono utilizzare gli strumenti a loro disposizione per proteggere il clima e quindi anche il suolo». In primo luogo, infatti, questi strumenti devono contribuire nella maggior misura possibile alla protezione del clima e, in secondo luogo, agli adattamenti necessari per far fronte alle conseguenze inevitabili dei cambiamenti climatici.
In passato, molte superfici hanno perso qualità a causa dell’impatto delle attività umane. Tuttavia, i suoli danneggiati non scompaiono necessariamente per sempre dall’impiego agricolo, come mostra l’articolo concernente il Cantone di Zurigo. Mappare sistematicamente i suoli antropici permette di individuare le zone che sono state consumate, così da capire come possano essere rivalorizzate e eventualmente utilizzate per costituire superfici destinate all’avvicendamento delle colture. Questi rilevamenti permettono anche di orientare gli azzonamenti e i progetti di costruzione in modo da risparmiare quanto più possibile i suoli ancora naturali.
In un’intervista, la consigliera di Stato vodese Adèle Thorens Goumaz, esperta in questioni di biodiversità, invita a sviluppare maggiori competenze sulla qualità dei suoli. Un ostacolo considerevole è la struttura decisionale decentralizzata, che si rivela problematica per la pianificazione territoriale e la gestione quantitativa del suolo. Secondo Thorens Goumaz, dovremmo prima metterci d’accordo sul tipo di politica agricola che vorremmo adottare in futuro «e soltanto a quel punto chinarci sulla pianificazione del territorio – non viceversa.»
Il reportage, infine, presenta il progetto di rinaturalizzazione in corso sull’area che, durante 15 anni, ha ospitato il cantiere del tunnel di base del Monte Ceneri, oramai concluso. Enormi masse di terra, che erano state catalogate con cura e depositate temporaneamente in previsione di questa fase conclusiva, vengono ora restituite alla loro parcella d’origine e ricostituite in terreno fertile. In tal modo, già tra qualche anno potranno nuovamente essere utilizzate per l’orticoltura.
Forum sviluppo territoriale n. 1-21, «Gestione sostenibile del suolo – Le responsabilità dello sviluppo territoriale» può essere ordinato per iscritto presso l’UFCL, 3003 Berna, al prezzo di fr. 10.00 IVA inclusa (abbonamento annuale: fr. 20.00). Il bollettino informativo, nella versione arricchita da contributi audio e da una selezione di fotografie, è disponibile gratuitamente in formato pdf su www.are.admin.ch. Riproduzione autorizzata con menzione della fonte.
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