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Il ministro Bernini all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Brescia

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Il Ministro dell’Università e della Ricerca all’inaugurazione dell’anno accademico 2022-2023 dell’Università degli studi di Brescia.

Intervento del Ministro Anna Maria Bernini.

Ringrazio il Magnifico Rettore, professor Francesco Castelli, per il gradito invito.

Saluto tutti voi, in particolare il professor Negro, che terrà la lectio magistralis sulle neurotecnologie. Il dott. Moris Cadei, e con lui tutto il personale tecnico amministrativo, e Mattia Rebessi, rappresentante degli studenti.

Rivolgo un cordiale saluto al sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, agli onorevoli deputati, al prefetto Maria Rosaria Laganà e a tutte le autorità presenti.

Gentili ospiti, cari studenti e studentesse:

“L’uomo pensa, agisce e vive grazie al credito che gli concede la speranza”.  Un pensiero bellissimo di un illustre bresciano, papa Paolo VI, che faccio mio e condivido con voi oggi. Soprattutto quando si parla di università, di ricerca e di futuro.

La speranza in un mondo più libero e giusto, la speranza nel lavoro per cui si è tanto studiato, la speranza di raggiungere un importante traguardo. Cosa c’è di più potente di un orizzonte di possibilità!

La pandemia prima, la guerra in Ucraina poi, potrebbero far vacillare la vostra fiducia nel futuro.

Non dovete permetterlo. Non dobbiamo permetterlo. Brescia, ancora una volta, ha dimostrato e sta dimostrando la sua forza e il suo coraggio nel saper superare le difficoltà, da autentica “leonessa” d’Italia.

Così come la città ha dimostrato di avere un’anima d’acciaio, anche il suo ateneo sta reagendo con forza e dinamismo, e qui vorrei dire grazie al personale docente, tecnico amministrativo, bibliotecario e gli studenti, per come è stata gestita la fase della pandemia, senza dimenticare nessuno, dando a ciascuno l’opportunità di essere presente e di non perdere, per quanto possibile, l’opportunità dell’offerta formativa. Il vostro impegno e la vostra forza ha consentito che si andasse avanti.

A questioni complesse non corrispondono risposte semplici. Il nostro auspicio è che, lavorando insieme, potremo trovare la chiave per spalancare le porte di un futuro che è già presente.

Mente, costanza e volontà, prima ancora che le braccia, sono il più importante detonatore di Pil.

L’Università degli Studi di Brescia è la dimostrazione di quanto stringente sia il legame tra sistema della conoscenza e la crescita – anche economica – del territorio.

La vostra missione è contribuire allo sviluppo, in chiave di sostenibilità, di uno dei comparti più prosperi e innovativi d’Europa, alla ricerca di un equilibrio fra sviluppo industriale, ambientale e qualità della vita.

Una missione che per avere successo deve basarsi  sulla relazione sinergica tra tutti gli attori in campo, pubblici e ovviamente privati: le istituzioni, i luoghi della formazione, le imprese, la società.

Esempio virtuoso di questa cooperazione è il progetto LIGHT, Lifescience Innovation Good Healthcare Technology, realizzato con i contributi del Next Generation Eu, che vedrà l’ateneo di Brescia, la multinazionale della tracciabilità Antares Vision e Dompè farmaceutici impegnati nella costruzione di un’infrastruttura di ricerca e innovazione che ridefinirà gli ospedali e la sanità del futuro.

Analisi su larga scala, piattaforme per la condivisione dei dati, sviluppo di un “ospedale smart” con letti dotati di sensori con sistemi di tracciatura del farmaco per ridurre gli errori di somministrazione: è questo il risultato e, permettetemi, il senso profondo della ricerca, il frutto delle nuove tecnologie applicate al benessere della persona.

Proprio pensando a questo scambio fruttuoso, necessario e vivo, mi piace pensare al Ministero dell’università e della ricerca come a una Fabbrica che produce futuro, fatto di possibilità, di opportunità, ambizioni.

Quando parlo di opportunità mi riferisco ovviamente a percorsi di formazione con sbocchi lavorativi reali, finanziamenti per una ricerca di base e applicata di assoluto livello, didattica e orientamento di qualità, borse di studio e alloggi per gli studenti fuori sede.

Una ricerca forte e un mondo della conoscenza solido, studenti che hanno chiaro un indirizzo formativo e un obiettivo professionale, un più fruttuoso dialogo con il tessuto imprenditoriale – anche per superare finalmente il mismatch domanda/offerta di lavoro – sono ciò di cui abbiamo bisogno per poter essere protagonisti – ancora una volta – di una fase di trasformazione, di una nuova epoca.

Il nostro ministero ha istituito un fondo per la ricerca industriale – gestito con il ministero delle Imprese e del Made in Italy – finanziato quest’anno con 50 milioni di euro, che saliranno a 250 a partire dal 2025.

È una misura che andrà a sostenere proprio una nuova sinergia di progetti pubblico-privati che aprirà nuovi orizzonti a voi studenti, ma che inietterà nuova linfa creativa nelle nostre imprese.

In media le aziende di questo territorio investono più del 4,3% del loro fatturato in ricerca e sviluppo.  E quasi il 71% delle aziende bresciane ha un suo ufficio di ricerca e sviluppo, come confermano i dati elaborati da Confindustria. Ecco, il mio invito agli imprenditori di Brescia, e di tutta Italia, è di credere nelle università e nei centri di ricerca.

Investite su questi giovani. Sulla nostra capacità come sistema dei saperi.

A noi – mondo della scienza e della formazione – il compito di costruire un sistema che sia flessibile e reattivo. Sono da sempre gli atenei e i luoghi della cultura a recepire per primi le evoluzioni e a preparare la società proiettandola in una dimensione che supera i confini locali.

Brescia – che sarà insieme a Bergamo Capitale della Cultura italiana per tutto il 2023 – ha un valore aggiunto che è il suo forte spirito internazionale, che vi porta a crede e soprattutto favorire la circolazione delle intelligenze e dei saperi.

E questo è un valore importante, perché le risposte alle domande di questa epoca sono da cercare in una comunità scientifica e accademica universale.

Un motivo in più per promuovere lauree e percorsi di formazione europei.

Uno strumento necessario, moderno, che permette di ampliare i tavoli di dibattito, di dare nuovo impulso al riconoscimento dei titoli e della qualità della nostra formazione anche a livello internazionale.

Resto fermamente convinta che per voi studenti, per i dottorandi, sia fondamentale fare esperienze ovunque desideriate.

Permettetemi di cogliere l’occasione di questo bellissimo incontro per ringraziare il Senato accademico, oltre che gli studenti promotori, per aver accolto e sostenuto un’iniziativa dal valore pratico ma soprattutto simbolico che vi fa onore.

Parlo della borsa di studio dedicata a Davide Giri, il ricercatore italiano ucciso lo scorso anno a New York durante una assurda aggressione in strada.

Un importo di 5mila euro verrà destinato a studenti che intendono svolgere la propria tesi di laurea all’estero, in questo caso negli Stati Uniti dove Davide aveva scelto di proseguire il suo percorso formativo specializzandosi in ingegneria e scienze applicate alla Columbia.

Davide era un ragazzo come tanti, come voi, che inseguiva un sogno.

Aveva scelto giustamente di cogliere ogni suggestione e conoscenza utile, di contaminarsi con altre culture e altri stili formativi, per poter poi tornare in Italia e contribuire alla crescita del suo Paese.

E’ stato un esempio positivo di impegno, intelligenza e volontà ed è anche in sua memoria che intendiamo incrementare iniziative come queste, per offrire a tanti altri studenti l’opportunità di arricchire il curriculum con esperienze internazionali, che sono un plus da rivendicare in Italia.

È in quest’ottica che sono nati i bandi per favorire il ritorno dei ricercatori e dei docenti in Italia o anche i piani per la mobilità promossi dal Ministero dell’Università e della Ricerca. L’idea è di creare un ponte tra le nostre realtà accademiche e il resto del mondo per poter essere più forti, più incisivi e decisivi.

Ma questo scambio deve avvenire anche tra le migliori realtà del nostro Paese.

L’Erasmus italiano è uno strumento che mi auguro gli atenei, e gli studenti, sappiano valorizzare. È fondamentale, che il mondo accademico italiano torni a fare rete e che trovi nuova forza nella sua unità. Si devono mettere a sistema intelligenze, buone pratiche e infrastrutture, materiali e immateriali. E lo si deve fare sia a livello universitario che tra università, impresa e società.

Prima di avviarmi alla conclusione, vorrei condividere un pensiero direttamente con gli studenti.

Abbiamo tutti la tendenza a parlare dei nostri ragazzi declinandoli al futuro. Ma voi giovani siete qui oggi e avete delle richieste chiare, precise e che ci state facendo sentire con vigore.

Credete in una società costruita sulla pace, sulla lotta alle disparità e sull’attenzione al pianeta e alle sue risorse.

Ci tengo a dirvi che vi sentiamo, che anche noi siamo qui. E stiamo impegnandoci al massimo per costruire per voi corsie sicure, anche per affrontare con consapevolezza le curve della vita.

Le nostre università vi stanno supportando in modo importante, e di questo sono molto orgogliosa.

Proprio l’ateneo di Brescia sta operando, in modo ammirevole, per rendere il diritto allo studio più inclusivo e accessibile ad ogni studente che abbia voglia di imparare. Mi congratulo con voi per aver ottenuto, con merito, la Presidenza della Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità per il triennio 2022-2024.

Per poter continuare a lavorare come state già facendo servono risorse, capitale umano, investire sempre e di più in ricerca.

Non vogliamo più essere i “Calimero d’Europa” – per citare un’intervista del rettore Castelli. E ne abbiamo l’opportunità, perché il PNRR, con i suoi 9,09 miliardi per ricerca e innovazione, ha aperto le porte ad una nuova fase, un’iniezione di investimenti e di riforme che potrà dare alla ricerca e alle università del Paese una spinta decisiva per progresso dell’Italia e dell’Europa. E il Governo sta lavorando per poter consolidare questi risultati e per guardare oltre il 2026, oltre il PNRR. E’ questa la nostra sfida più grande.

In legge di bilancio abbiamo destinato altri 500 milioni di risorse aggiuntive per le borse di studio che altrimenti si sarebbero esaurite garantendole anche per il 2025 e il 2026, oltre ad aver incrementato gli importi ed ampliato la platea dei beneficiari. Abbiamo poi appostato altri 300 milioni per la ricerca applicata.

Voglio quindi ribadire con forza che il governo c’è, il Ministero c’è, io ci sono nel presente, per fabbricare insieme a voi il futuro.

“Ognuno, scriveva Pablo Neruda, ha una favola dentro, che non riesce a leggere da solo. Ha bisogno di qualcuno che, con la meraviglia e l’incanto negli occhi, la legga e gliela racconti”.

Il mio augurio è che possiate trovare chi sappia leggervi e raccontarvi, guardandovi negli occhi, la vostra favola meravigliosa.

Buon anno accademico. Buona vita e buon Natale a tutti.