La Confederazione svizzera stanzia 14,5 milioni di franchi per l’aiuto umanitario nello Yemen nel 2023.
Ieri, a Ginevra, insieme al segretario generale dell’ONU, António Guterres, e al ministro svedese della cooperazione internazionale allo sviluppo e del commercio estero, Johan Forssell, il consigliere federale Ignazio Cassis ha aperto la conferenza di alto livello dei donatori impegnati a far fronte alla crisi nello Yemen. In questa occasione ha annunciato un sostegno finanziario di 14,5 milioni di franchi per l’aiuto umanitario in loco. Dopo anni di conflitti, le condizioni di vita nel Paese sono estremamente precarie.
A Ginevra, il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Ignazio Cassis ha ribadito il proprio sostegno alla popolazione yemenita, i cui bisogni umanitari continuano a essere a livelli allarmanti. Nel 2023 la Svizzera si è impegnata a versare 14,5 milioni di franchi per finanziare le attività umanitarie di diverse organizzazioni, come il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) e il Programma alimentare mondiale (PAM) delle Nazioni Unite. Il sostegno svizzero si concentra nei settori dell’acqua, della sicurezza alimentare e della protezione della popolazione civile.
Nel suo discorso di apertura, il consigliere federale Cassis ha portato un messaggio di speranza, poiché per la prima volta da anni sono state sospese le ostilità nello Yemen, una tregua che ha portato sollievo alle persone che vivono nel Paese. In seguito ha esortato tutte le parti in conflitto a porre definitivamente fine alla guerra, una condizione essenziale affinché il miglioramento della situazione umanitaria in loco sia duraturo. Il capo del DFAE ha inoltre invitato la comunità internazionale a non dimenticare le sofferenze del popolo yemenita, dichiarando che «le donne, gli uomini e i bambini yemeniti confidano nel nostro impegno più risoluto. Si tratta di una responsabilità collettiva che riguarda tutti noi».
Una delle più gravi crisi umanitarie del mondo
Nello Yemen quasi 22 milioni di persone, pari a due terzi della popolazione, hanno bisogno di assistenza umanitaria. Le donne e i bambini sono i più colpiti dalla crisi in corso. Il Paese, inoltre, deve far fronte a flussi migratori di vasta portata; vi sono infatti 4,5 milioni di sfollati interni, il cui impatto sulla situazione sanitaria e alimentare, così come sulla formazione scolastica, è considerevole.
Per una soluzione politica del conflitto
Oltre alla fornitura di aiuti umanitari sul posto, sono in corso tentativi per indurre le parti belligeranti a giungere a un’intesa sul cessate il fuoco. La Svizzera si unisce all’appello della comunità internazionale in proposito e sostiene gli sforzi delle Nazioni Unite per giungere a una soluzione politica del conflitto.
La conferenza dei donatori che si è svolta a Ginevra è stata co-presieduta dai governi svedese e svizzero e dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari. Vi hanno preso parte una quindicina di ministri e vari rappresentanti di organizzazioni internazionali e ONG.
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