Indagine sull’acquisto di vaccini anti-COVID-19: confermati i risultati degli accertamenti interni.
Nel contesto dell’acquisto di vaccini anti-COVID-19, due contratti con i produttori non erano coperti da crediti d’impegno e non in tutti i contratti era garantito che il Parlamento potesse modificare le ordinazioni senza violarli. Un’indagine esterna conferma pertanto i risultati degli accertamenti interni svolti all’inizio dello scorso mese di giugno. Il rapporto finale rileva inoltre che non sono stati violati intenzionalmente obblighi legali o contrattuali.
L’inchiesta era stata avviata durante la sessione estiva del Parlamento nel giugno del 2022. Per l’anno in corso, il Consiglio federale aveva chiesto un credito aggiuntivo per l’acquisto di vaccini anti-COVID-19. Durante i dibattiti alle Camere erano però emersi interrogativi sulle possibilità del Parlamento di ridurlo senza violare contratti già in essere.
Dai pertinenti accertamenti interni immediatamente disposti dal consigliere federale Alain Berset è emerso che due contratti stipulati in precedenza con produttori di vaccini non erano coperti da crediti d’impegno approvati dal Parlamento. Inoltre, non in tutti i contratti era garantito che il Parlamento potesse modificare le ordinazioni senza violarli. Infine, dagli accertamenti è risultato che non tutte le cifre per il calcolo dei crediti erano corrette.
Ancora prima della conclusione degli accertamenti disposti, il consigliere federale Alain Berset aveva avviato un’indagine amministrativa, incaricando l’ex direttore del Controllo federale delle finanze, Kurt Grüter, di far luce sui processi, le responsabilità e la collaborazione delle autorità coinvolte nell’acquisto di vaccini da parte della Confederazione.
Controllo dei crediti più difficile e competenze non definite chiaramente
L’indagine amministrativa conferma appieno i risultati degli accertamenti interni. Svolta tra il giugno e l’agosto del 2022, è fondata su diversi documenti, tra cui i contratti con i produttori di vaccini, e su colloqui con 26 persone coinvolte.
L’indagine constata che il coinvolgimento di due dipartimenti (DFI e DDPS) ha reso più difficile il controllo dei crediti: i compiti e le competenze dell’Ufficio federale della sanità pubblica e della Base logistica dell’esercito nella gestione dei crediti non sarebbero stati definiti abbastanza chiaramente. L’indagine rimanda anche al contesto di crisi: la fase dell’acquisto di vaccini sarebbe stata caratterizzata da un gran numero di decisioni prese sotto pressione e da grande incertezza. Non sarebbero tuttavia stati violati intenzionalmente né obblighi legali o contrattuali né obblighi d’informazione.
Considerati i risultati dell’indagine, il rapporto formula dieci raccomandazioni. Per esempio, per i compiti interdipartimentali, le responsabilità dovrebbero essere chiaramente definite sin dall’inizio. Inoltre, un’organizzazione di crisi istituita in una situazione concernente così tante persone dovrebbe poggiare su una base più ampia e le persone responsabili delle finanze dovrebbero essere maggiormente coinvolte.
Su queste raccomandazioni, il Consiglio federale ha formulato un parere all’attenzione delle Commissioni federali delle finanze. Una raccomandazione è già stata presa in considerazione nel quadro dell’acquisto del vaccino contro il vaiolo delle scimmie nello scorso mese di agosto, alcune altre sono identiche ai risultati emersi dalla valutazione della gestione della crisi da parte della Confederazione. In un caso, l’incarico, già in corso, di verificare l’organizzazione di crisi della Confederazione è integrato da un ulteriore incarico.
Il Consiglio federale ha preso atto del rapporto nella sua seduta del 19 ottobre 2022. In accordo con le commissioni delle finanze, dopo la trattazione in commissione, il rapporto e il parere sulle raccomandazioni saranno pubblicati.