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Droni: il Consiglio federale approva il rapporto sulla sicurezza della Svizzera

Drone_RQ-1_Predator

Il Consiglio federale approva il rapporto sulla sicurezza della Svizzera di fronte alla tecnologia dei droni.

I droni hanno un impatto sempre maggiore sulla gestione dei conflitti, però non comportano un cambiamento di paradigma per quanto riguarda la valutazione di minacce e pericoli. L’esercito è in grado di respingere droni tattici e di grandi dimensioni ricorrendo ad aerei da combattimento e a sistemi di difesa terra-aria. Questi strumenti si completano e si rafforzano a vicenda. Invece ad oggi non esiste ancora un sistema di difesa efficace contro droni di piccole dimensioni. Questa è la conclusione a cui giunge il rapporto approvato dal Consiglio federale in occasione della sua seduta del 30 marzo 2022 in adempimento a un postulato della Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale.

 Il rapporto sul postulato presenta i droni odierni e delinea le possibili applicazioni nonché le tendenze rilevanti. È lecito attendersi che il numero dei droni disponibili sia nel contesto civile che in quello militare continui ad aumentare. Le diverse tipologie e dimensioni dei droni nonché le varie applicazioni possibili, da droni da ricognizione fino a droni d’attacco, richiedono metodi di difesa diversi.

Ripartizione dei compiti tra polizia ed esercito

In linea di massima nella quotidianità la difesa dai droni in Svizzera rientra tra i compiti dei corpi di polizia cantonali. Se sono soddisfatte determinate condizioni, i mezzi dell’esercito possono essere impiegati in via sussidiaria per dare sostegno alle autorità civili. In caso di tensioni o di un conflitto armato l’esercito può difendersi da droni tattici e di grandi dimensioni ricorrendo a sistemi di difesa terra-aria e ad aerei da combattimento moderni.

Aerei da combattimento e sistemi di difesa terra-aria aumentano la reciproca efficacia

Entrambi gli elementi forniscono un loro contributo nell’attività di contrasto e aumentano la reciproca efficacia. Il loro uso combinato permette di garantire una sorveglianza pressoché continua dello spazio aereo tramite gli elementi di terra, mentre gli aerei da combattimento possono intervenire in maniera flessibile e in tempi brevi. Inoltre possono attaccare le infrastrutture dei droni nemici a terra.
Attualmente la difesa da tipologie di droni più piccole risulta difficoltosa. Al momento non esiste nessun sistema o nessuna rete integrata di sistemi per contrastare con successo microdroni e minidroni. A livello globale i sistemi di difesa affidabili si trovano ancora in fase sperimentale e non sono ancora pronti per essere impiegati o immessi sul mercato.

I droni continueranno ad avere un impatto sulla gestione dei conflitti

Il crescente impiego di droni da parte di una cerchia sempre più ampia di utenti, tra i quali rientrano anche attori non statali, continuerà ad avere un impatto sulla gestione dei conflitti. I droni possono avere numerose funzioni, dalla raccolta di dati al combattimento di obiettivi. Impiegare droni in un conflitto però non porta necessariamente al successo. Di norma presuppone la sovranità sullo spazio aereo nell’area interessata dal conflitto che viene garantita da aerei da combattimento, poiché i droni non sono in grado di difendersi in maniera soddisfacente. Di conseguenza i droni rappresentano un ulteriore strumento per la condotta della guerra aerea, però non comportano un cambiamento di paradigma nel settore della politica di sicurezza.

Immagine: Drone RQ-1 Predator, US Navy.